Vortice by Clive Cussle

Vortice by Clive Cussle

autore:Clive Cussle [Cussle, Clive]
Format: epub
pubblicato: 1972-12-12T22:00:00+00:00


Pitt fissava il bicchiere che teneva in mano. La faccia era priva d'espressione ma gli occhi erano stanchi e arrossati. Il fulgido tramonto tropicale gettava gli ultimi raggi attraverso l'oblò e faceva brillare i cubetti di ghiaccio che galleggiavano nello scotch. Pitt si passò il bicchiere sulla fronte, e la condensa sul vetro si mescolò al sudore. Aveva appena finito di raccontare a Boland quanto era accaduto e adesso, quando avrebbe dovuto distendersi un po' i nervi, aveva la sensazione che gli avvenimenti terribili dell'ultima ora costituissero soltanto il prologo di qualcosa di ancora più sinistro.

«Non deve rimproverarsi per la morte di March», disse Boland. «Se foste rimasti intrappolati nella camera di compensazione e lui fosse annegato, allora sì che ne sarebbe responsabile. Ma, Dio lo sa, non poteva di certo immaginare che a bordo dello Starbuck si aggirassero due assassini.»

«La smetta, Paul», disse stancamente Pitt. «Ho praticamente costretto quel ragazzo a entrare nel sottomarino. Se non fossi stato così smanioso di dimostrare quel che avevo sospettato, sarebbe ancora vivo.»

«D'accordo. È morto, ma l'importanza straordinaria di ciò che avete scoperto controbilancia la perdita di una vita. Se mi costasse tutti gli uomini dell'equipaggio riportare lo Starbuck a Pearl Harbor, non esiterei a sacrificarli... me e lei inclusi.»

«Apprezzo molto quel che sta cercando di fare, Paul», disse Pitt.

Boland sorrise. «Mi comporto bene perché lei ha tanta influenza sugli ammiragli. A parte questo, penso che sia un tipo molto astuto. Credo che il gesto pazzesco di allagare la camera di lancio siluri prodiera sia stato ispirato da un piano machiavellico. Può darmi una spiegazione?»

«È molto semplice», rispose laconicamente Pitt. «Ho sabotato lo Starbuck perché resti bloccato sul fondo per qualche giorno.»

«Continui», disse Boland. Non sorrideva più.

«Tanto per cominciare, là dentro c'erano due uomini e il marinaio Farris, che era denutrito e maltrattato. Lo Starbuck era la sua prigione. Non poteva fuggire perché non aveva un posto dove andare. Persino le guardie facevano a turno. Non so immaginare da dove venissero, ma di certo non vivevano a bordo del sottomarino.»

«Come può affermarlo con tanta sicurezza?»

«Me lo suggerisce la mia mentalità da epicureo. Ho controllato la cambusa della mensa e il quadrato ufficiali. Non c'era neppure l'ombra di generi alimentari. Ma le guardie dovevano mangiare, e neppure Farris poteva resistere per mesi senza cibo. O nelle vicinanze c'è un fast-food di cui non sappiamo niente, oppure le guardie andavano a pranzare a casa. Sospetto che sia esatta la seconda ipotesi. Quali che siano, da qualsiasi parte vengano, in questo momento stanno là sotto in agguato, in attesa del momento più opportuno per impadronirsi della Martha Ann. Se noi scompariremo come tutti gli altri, il dipartimento della marina potrà dire addio per sempre allo Starbuck. Ecco perché ho allagato il compartimento siluri. Se i nostri misteriosi amiconi fiutano il vero scopo della Martha Ann, porteranno lontano dall'area lo Starbuck prima che la marina faccia la sua comparsa all'orizzonte.»

«Possiamo far arrivare in aereo un equipaggio nel giro di tre ore.»

«Sarebbe troppo tardi. Da quando abbiamo calato l'ancora siamo esposti al rischio.



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